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E quando i turisti siano disarmati, non ardiranno certo avventurarsinei labirinti o addentrarsi nelle frequenti riserve naturali già esistenti, come forre paurose, ammassi impervi di scogliere, zone di selve intricatissime e nelle quali non si può procedere senza l’opera della scure, recessi nei quali l’orso va a trovare rifugio di giorno alle sue scorribande notturne.
Erminio Sipari, 1925

 

PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO

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Il Parco Nazionale d'Abruzzo è un parco di grandissimo valore non solo per l'Abruzzo, la sua importanza viene riconosciuta a livello europeo per la sua unicità in flora e fauna selvatica. Istituita nel 1923 è uno dei parchi più antichi in Italia e custodisce un patrimonio immenso per la sua conservazione di fauna unica come l'Orso Bruno Marsicano, il Lupo e il Camoscio d'Abruzzo. Il parco ha il merito di essere il più organizzato come sentieri e strutture ricettive in Abruzzo. Custodisce borghi di assoluto valore come Pescasseroli (sede del Parco), Opi, Barrea, Civitella Alfedena, Scanno e tanti altri. Numerosi gruppi montuosi fanno parte del Parco, meritano menzione il gruppo del monte Marsicano, le Mainarde, i monti della Meta e il gruppo del monte Tranquillo. I monti più elevati: Monte Greco 2283m, Monte Serra Chiarano 2263m, monte Marsicano 2253, monte Petroso 2249m, monte Marsicano 2249 e il monte Meta 2242.



Su un’area di circa 250 chilometri quadrati è il parco Nazionale d’Abruzzo, nato inizialmente, nel 1862, come riserva di caccia della casa reale per gli orsi e i camosci. Il Parco vero e proprio fu inaugurato nel 1922 e si estende principalmente nella parte destra dell’alta valle del Sangro Il territorio è ricco di boschi di faggio ed anche in brevi zone sopra Villetta Barrea di pini. Nella desolazione delle montagne abruzzesi le Foreste del Parco Nazionale d’Abruzzo sono vere oasi verdi di grande bellezza ove talvolta biancheggiano fra gli alti dirupi le acque delle cascate,. In questa regione si rifugiano gli scarsi rappresentanti di specie animali prossime a estinguersi, la cui conservazione è stata appunto uno degli scopi del Parco: l’orso marsicano, il camoscio, il capriolo.
Mario Fondi, 1965

Monte Meta

 

Emidio Agostinone, 1912, Altipiani d’Abruzzo
“…le montagne scendono a picco, scheggiate, arse, paurose; il fiume gorgoglia fra i massi, precipita in cascatelle, fugge a rivoli, si raccoglie a laghetti.”

Richard Keppel Craven, 1837, Viaggio attraverso l’Abruzzo. 
“La principale sorgente del Sagittario nasce dalla cima, o piuttosto pinnacolo, di un blocco formato da grandi rocce calcaree, tenute insieme dalla mano della natura a formare una piramide che preclude apparentemente ogni ulteriore passaggio, cosicché è possibile raggiungere la sommità solo arrampicandosi, da un blocco all’altro. Queste rocce sono pittoresche variate da tratti di vegetazione e disseminate sulle innumerevoli cateratte che precipitano attraverso la superficie scoscesa di questo singolare cono, aggiungono un singolare effetto a quello scenario originale.”

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Litografia del borgo di Opi di Maurits Cornelis Escher



"Mi sono abituato a fare questo tipo di viaggi ogni primavera, mi restituiscono vigore nel corpo e nell’anima e poi raccolgo del materiale per i mesi successivi. Non conosco altra gioia che vagabondare per le colline e attraverso le valli, da paese a paese, sentire gli effetti della natura incontaminata”.
Lettera di Maurits Cornelis Escher  (1929).

Escher, uno dei più importanti incisori della storia, visitò l'Abruzzo per ben tre volte, dal 1928 al 1935: i borghi caratteristici, come Castrovalva e Opi, e la natura selvaggia della regione entrarono nel cuore dell'artista. Litografia di Castrovalva, Strada di Scanno, Opi in Abruzzo sono soltanto alcune delle rappresentazioni dell'amore di Escher per il territorio abruzzese. Egli, rimasto colpito dai paesaggi della nostra regione, tra gole, monti e piccoli borghi pieni di vita genuina, progettò un volume che raccogliesse le incisioni sull'Abruzzo. Purtroppo il progetto non si concretizzò, ma di lui ci rimangono 28 meravigliose opere. Il borgo di Castrovalva era particolarmente apprezzato da Escher e l'ultimo della lunga serie di tornanti che conducono attualmente al piccolo paesino è chiamato “Girone Escher” in onore dell'incisore olandese. Tuttavia, un curioso fatto avvenne proprio a Castrovalva, dove, durante una notte, Escher venne arrestato con l'accusa di aver preso parte all'attentato a Vittorio Emanuele III. L'accusa partì da una anziana locale insospettita dalla personalità di Escher e dalla sua mancanza alla processione del Corpus Domini. Il rapporto tra l'Abruzzo e l'artista influì molto sul suo percorso sia lavorativo che personale, tant’è che anch’egli non potè fare a meno di capire che la nostra regione fa bene all'anima.


Il cammino di Escher





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Un’ora, meno di un’ora di macchina separa l’Abruzzo da Roma; e tuttavia il viaggiatore ha la sensazione acuta di qualcosa di distante, distaccato, anche estraneo.

(Giorgio Manganelli)

Pnalm

Luoghi di interesse:

“È bello il Sagittario, sai? Si rompe e si schiuma, giù per i macigni, mugghia, trascina tronchi, tetti di capanne, zagole.. È bello sai?…”
"È il fiume che mugghia, è il Sagittario che si gonfia nelle gole, si sciolgono le nevi ai monti, alla Terrata, all'Argatone"

 Gabriele d'Annunzio (La fiaccola sotto il moggio, 1905).



Forca D'acero; Valico appenninico a 1500m di altitudine che dividi l'Abruzzo e il Lazio. Luogo immerso in una incantevole faggeta e di impatto turistico importante. Collega il borgo di Opi con San Donato Val Di Comino.

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𝘓𝘢 𝘯𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪𝘱𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘯𝘰𝘪, 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢.
(𝘑𝘰𝘩𝘯 𝘙𝘶𝘴𝘬𝘪𝘯)

Centro visite Daini; immersi nella natura nel visitare questi adorabili animali in uno scenario incantevole, Situata tra Passo Godi e Villetta Barrea lungo una strada che è tra le pià belle in Abruzzo senza dubbio. L'area è ben organizzata e i dolci Daini sono in un ambiente perfetto, Ideale per passare momenti belli per tutta la famiglia.

Area faunistica del lupo: situata nel bellissimo borgo di Civitella Alfedena è possibile partecipare ad una visita guidata lungo un bel percorso ammirando questi fantastici esemplari partendo dal Museo del lupo. Bellissima la vista verso il lago di Barrea.

Lago di Scanno: lago formato da una frana del monte Genzana millenni fa. Luogo turistico di forte impatto, famoso per la sua forme a cuore che è possibile vedere da un belvedere seguendo il sentiero del cuore. Posti nelle vicinanze i meravigliosi borghi di Scanno e Frattura Vecchia.

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"Il piccolo lago montano di Scanno, il cui livello talvolta arriva a meno di un miglio sotto il paese è un luogo incantevole e anche riposante in questa valle selvaggia . È posto in alto tra montagne le cui pareti, aspre e torreggianti, si specchiano  sulla sua calma su perficie. Attorno al lago si trovano sottili alberi fronzuti e bordure di fieri; la sponda meridionale si è trasformata in un incantevole luogo boscoso, simile ad un regio delle fate. Il lago misura solo poche miglia , ma nella soridente serenità sembra allargare l'orizzonte dell'angusta valle che si schiude in una infinità di tenui colori blu ed opale. La quiete di questo specchio d'acqua è celebrata dal canto degli usignoli che nidificano ai suoi margini e nonostante che vi sia una strada maestra che si snoda lungo la via orientale, esso resta sempre un luogo  calmo e tranquillo. sulle sue sponde lungo il lago, dormon o i due eremiti del santuario ed i pescatori vi trascorrono parecchio tempo gettando l'amo nelle acque, con la speranza di prendere una delle sue rinomate trote.".
Anne Macdonell 1907 "In the Abruzzi"

 

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Lago di Barrea

Cosi la  pittrice statunitense Amy Atkinson nel 1908 con il titolo "In the Abruzzi, with twelve illustrations after water-colour drawings" raccontava Scanno:

“Scanno è un paese di donne. La loro reputazione di bellezza è ampiamente meritata. Quasi tutte sono graziose. Per quasi una su tre vale la pena voltarsi; ma lei risponderà al tuo sguardo con una serenità altera mentre cammina verso la fontana con la sua conca di rame sulla testa. La Scannese può essere bruna o bionda, dagli occhi azzurri o neri. Ma, scura o chiara, bello e fresco è il suo colore e gli occhi vagano lontani, sorprendentemente impavidi e sereni, ancor più se si tratti di una giovane. I suoi lineamenti sono spesso incisi con speciale finezza; sani i suoi denti, e il suo sorriso fuggitivo ma dolce. Non ha niente della ostentata, appariscente, sensuale bellezza delle donne romane; il suo è un fascino senz’altro più attraente per un occhio nordico. La sua riservatezza ha qualcosa di misterioso che si addice all’abbigliamento tetro e alle strade buie e malinconiche. Lei ti darà il benvenuto in modo silenzioso; ma dietro al suo sorriso ci sarà una non piccola indifferenza. Mostrerà una qualche curiosità circa il paese che ti sei lasciato alle spalle; ma raramente proverà invidia per una sorte che ritenga essere più lieve della propria. Lei è una montanara, orgogliosa, indipendente, largamente autosufficiente, una grande conservatrice della tradizione. Tu puoi non apprezzare tutte le consuetudini del suo paese, ma con una calma precisione, che pone fine alle questioni, lei è solita rispondere ‘Così si fa a Scanno’.”

 

"Scanno è l’unico luogo dove si è conservato intatto il vecchio costume delle donne, che in realtà si allontana dagli altri costumi caratteristici abruzzesi. Giovani e vecchi, ricchi e poveri, vestono tutti alla stessa maniera. Un’ampia gonna a pieghe, simile nel taglio a quella indossata nei monasteri femminili alpini, di lana grigio-scura e nera, un grembiule nero ed un corpetto di eguale colore con bottoni d’argento, formano il costume che è completato a sua volta da un copricapo simile, in verità a un turbante. Tale copricapo è indossato sia in casa che per strada ed ha un intreccio assai caratteristico la cui descrizione può essere tralasciata."

(Alfred Steinitzer 1911)

Passo Godi: è un valico a quota 1630m nel cuore del parco tra Villetta Barrea e Scanno, Luogo da cui partono numerosi meravigliosi sentieri verso i vicini monti Godi, Serra Chiarano e tanti altri. Nei pressi è possibile visitare il faggio monumentale più grande del parco..il faggio del Pontone, incantevole.

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Villalago: Immersa nelle gole del Sagittario a pochi km dal Lago di scanno rientra tra i "borghi più belli d'Italia". Fa parte di Villalago il lago di San Domenico con i suoi colori intensi. In cima al borgo vi è una torre circolare che aveva funzione di avvistamento e difesa. 

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Enrico Abbate, 1903
“…l’asprezza delle pareti a nuda roccia, l’altezza a cui si ergono, la tortuosità delle gole, il penetrarvi debolmente la luce, il cupo rumore delle acque del fiume, danno luogo ad un fascino inenarrabile..



LAGO DI SAN DOMENICO
Il lago di San Domenico è un meraviglioso e suggestivo angolo verde che si trova nel territorio del comune di Villalago (AQ) e fa parte della Riserva naturale guidata Gole del Sagittario. E' un invaso artificiale creato attraverso la costruzione di una diga che è stata completata nel 1929 con la funzione di alimentare la centrale idroelettrica situata a valle di Anversa. L'affluente principale del lago è il fiume Sagittario, che sgorga dalla diga; altre fonti di acqua derivano dalle cascatelle della sorgente Sega e dal fiumiciattolo di Prato Cardoso, un corso d'acqua occasionale creato dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi.
Sulla riva del lago è possibile ammirare l'Eremo di San Domenico, accessibile tramite un ponte di pietra in stile finto medievale, che fu costruito insieme alla diga, al posto del vecchio ponte oggi semisommerso dalle acque smeraldine del bacino artificiale. Sul lato di Prato Cardoso, invece, c'è una spiaggetta dalla quale si diramano dei sentieri adatti soltanto ad escursionisti esperti.
Il lago è ricco di avifauna e di fauna ittica, ma è vietato pescare e farsi il bagno. Nei dintorni vivono anche molti mammiferi del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

A circa metà strada da Scanno c’è il paese di Anversa, che ha due chiese antiche, la parrocchiale di  San Marcello e la Madonna delle Grazie, con bei portali rispettivamente gotico e rinascimentale, e i ruderi di un castello costruito nel 1406, dove Gabriele D’Annunzio ha ambientato la Fiaccola sotto il Moggio. Il paese si trova all’imbocco della gola del Sagittario, straordinariamente stretta e selvaggia, un luogo davvero impressionante. Al tempo di Edward Lear, essa era attraversata solo da un sentiero, e Lear ne fu tanto colpito che passò vari giorni a disegnarla. “Mi mancano le parole - egli scrive - per dare anche solo una pallida idea della terribile magnificenza della scena. Villalago sta sull’orlo di un precipizio sopra l’orrido abisso attraverso il quale il Sagittario, che d’inverno è un torrente formidabile, fluisce verso la pianura di Sulmona; una stretta mulattiera costeggia il suo percorso sinuoso, che ora s’allarga in tratti ingombri di detriti rocciosi, ora attraversa varchi così esigui da lasciar posto solo al fiume e al sentiero”. Uno di questi varchi, detto gli Stretti di San Luigi, è paurosamente alto e angusto, e salvo che in piena estate, mentre Lear vi fu in settembre, è impossibile superarlo.
La strada odierna percorre il ripido fianco del monte su un letto ricavato nella roccia; il dirupo sul lato opposto, coronato dal piccolo borgo di Castrovalva, così chiamato perché apparteneva alla diocesi che porta questo nome, è anche più scosceso. Giù in fondo alla gola rumoreggia tumultuoso il torrente, che la strada attraversa quattro volte prima di sboccare in un breve tratto pianeggiante sotto il paese di Villalago; dove è prevista una nuova centrale idroelettrica la quale assorbirà interamente le acque del Sagittario, alimentandosi da un laghetto vicino alla strada. Dopo essere salita a Villalago, la strada ridiscende al piccolo lago di Scanno, che è nondimeno il più grande dell’Abruzzo da quando quello del Fucino è stato prosciugato. Lungo un po’ più di un chilometro e mezzo, ha una larghezza massima di 700 metri e una trentina di metri di profondità, sicché gela facilmente negli inverni rigidi, ed è pieno di pesci. Lear lo descrive come “uno dei luoghi naturali più belli, cui il trovarsi in un sito così deserto  conferisce un particolare fascino. Le sue acque scure sonnecchiano sotto nude montagne di grande altezza…”. All’estremità superiore un filare di querce bellissime, i cui rami si immergono nell’acqua, ombreggia il viottolo roccioso, e porta a una cappella solitaria, unico edificio visibile, oltre a un eremo sul monte di fronte. La bellezza e la quiete di questo lago remoto erano quanto mai suggestive.
Thomas Ashby 1920

 

Gole del Sagittario:

Un posto incantevole che attraverso una escursione magica consente di attraversare molto del fascino custodito dall'Abruzzo, borghi come Anversa e Castrocalva e sentieri che attraversano la natura incontaminata. Partendo da Anversa si può effettuare un anello arrivando a Castrocalva che non deluderà in nessun momento dell'escursione. Costeggiando il torrente nella prima parte dell'escursione ci si immerge nella natura selvaggia, tra colori, suoni, e panorami unici.

Ph Piersante Chiara

 Grotta dello Schievo è un posto magico e incantevole, situato nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ad un'altezza di 1500 metri. Attraversata dal fiume Rio Torto, essa è raggiungibile da Barrea (Aq), percorrendo il sentiero K3. Dopo aver costeggiato il monte Serrone, l'itinerario prosegue lungo il fiume, che crea incantevoli cascate. Si arriva poi alla grotta, dove è possibile ammirare un getto d'acqua che fuoriesce da un foro formando un laghetto, la cui portata aumenta durante la stagione primaverile. Dalla Grotta dello Schievo si raggiunge, infine, il meraviglioso Lago Vivo.
 

Le limpide acque del Rio Torto. La sorgente è situata nel comune di Alfedena nel gruppo montuoso dei Monti della Meta, il fiume rifornisce il bacino artificiale della Montagna Spaccata e lungo il suo percorso attraversa la Grotta dello Schievo.

Lago della Montagna Spaccata 

E’ un piccolo lago artificiale che si trova nel territorio del comune di Alfedena (Aq), all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, precisamente tra i Monti della Meta e le Mainarde, il massiccio di Monte Greco e i rilievi boscosi del Molise settentrionale. Fu realizzato nel secondo dopoguerra in seguito allo sbarramento del fiume Rio Torto per la produzione di energia idroelettrica. Posto ad un’altitudine di 1066 metri, esso copre una superficie di circa 46 ettari ed è profondo circa 68 metri. E’ consentita la pesca previa autorizzazione. Il lago è infatti ricco di trote, cavedani e rivelli, ed è oggi un’attrazione turistica grazie ad un ambiente naturale incontaminato e suggestivo. Frequenti gli avvistamenti di lupi, cinghiali, orsi, camosci e cervi. Da qui hanno inizio alcuni dei sentieri d'ascesa al gruppo dei Monti della Meta.

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I monti formavano un mondo che sembrava avesse più strettirapporti con le nuvole, col cielo con gli astri, anziché con gli uomini e con gli animali; un regno in alto separato dalla pianura, abitata dagliuomini, solcata da innumerevoli impronte, esausta delle insite coltivazioni, battuta da innumerevoli cammini.
Lassù sembrava vivere ancora una,ancora indistinta, antichità: sembrava che con la nostra corsa forzassimo l’atmosfera di un’epoca leggendaria.
La Valle del Sagittario non può dirsi nemmeno una valle; è una gola, una piega strettissima e profonda dentro cui scorre il fiume di questo nome. I monti sono così vicini e così alti da tutti lati, e per tutta la sua lunghezza, che sembrano piuttosto muraglie, l’una addossata all’altra: il cielo vi appare in quella vietata lontananza che prende se guardato dal fondo di un pozzo: forse più reale e prezioso, ma estraneo, non fatto per esser goduto dall’uomo.
Nino Savarese, 1930

PARCO NAZIONALE  D'ABRUZZO
            SU ABRUZZOOM

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 La valle del Giovenco è la porta d'ingresso nel Parco Nazionale d'Abruzzo dal versante nord. Segue il percorso dell'omonimo fiume presenta un notevole interesse di storia e fauna. Insediamenti antichi del popolo dei Marsi, borghi medievali  e fauna composta da cervi, lupi e orsi mariscani fanno da cornice a questa estesa valle. 

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«Chi vuol farsi un'idea esatta del mio luogo d'esplorazione, vada a porsi sul segnale trigonometrico della "Marcolana" se è alpinista, s'intende... Osservi, e vedrà, dalle giogaie della Meta, il patrio Appennino starsi semplice e vera spina dorsale tra i due opposti bacini del Sangro e del Liri; poi, ai "Tre Confini", dividersi in due branche, per chiudere in un amplesso l'ampia valle di Villavallelonga»
Loreto Grande

 

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